Nascosto tra le dolci colline del sud dell’Albania, Nepravishta non è un nome che compare spesso nelle guide turistiche tradizionali, ed è proprio per questo che ci ha attratti. Come parte dell’iniziativa “100 Villaggi” e della visione più ampia dello Sviluppo Rurale Sostenibile in Albania, siamo stati invitati da GIZ Albania ad esplorare e documentare le storie umane, la profondità culturale e la bellezza naturale di questa destinazione meno conosciuta. Ne è seguito un weekend pieno di incontri calorosi, paesaggi mozzafiato e un profondo senso di connessione – con la natura, la comunità e la tradizione.

Un’accoglienza unica
Il nostro viaggio è iniziato con la partenza da Tirana alle 7:30 del mattino. La strada verso Nepravishta serpeggiava tra valli pittoresche e, man mano che ci avvicinavamo al villaggio, cresceva la sensazione di entrare in un mondo più lento e radicato. Ad attenderci all’ingresso c’erano i volti sorridenti degli abitanti e, memorabile più di tutti, un gruppo di bambini delle scuole elementari vestiti con costumi tradizionali, che rappresentavano con orgoglio l’identità culturale della loro comunità. Questa calorosa accoglienza ha dato subito il tono ad un’esperienza straordinaria.




Nel cuore di Nepravishta: case, cibo e canto
La nostra prima tappa ci ha portati in un cortile familiare tradizionale, dove i profumi dei piatti appena preparati ci hanno accolti ancora prima di attraversare il cancello. Siamo stati ricevuti con una tavola imbandita di specialità locali: qifqi, petulla, gliko, formaggi, polpette e pane fatto in casa, tutte preparate dalle mani delle donne del villaggio. Tra brindisi con raki locale e porzioni generose, abbiamo avuto anche il privilegio di imparare le basi del canto polifonico, un’antica e profonda tradizione guidata dall’artista locale Roland Çenko. Questo momento, condiviso all’ombra di un giardino di famiglia, è sembrato come una finestra vivente sul patrimonio di Nepravishta.





Balconi con anima e sentieri di spiritualità
Da lì siamo saliti verso il “Balcone di Nepravishta”, un punto panoramico spettacolare costruito interamente grazie all’iniziativa degli abitanti. Affacciato sulla rigogliosa Valle del Drino, questo balcone non è solo scenico, ma anche simbolico. Ogni 19 agosto, abitanti e visitatori si radunano qui per celebrare la festa tradizionale del villaggio, tra comunità, musica e memoria.
Successivamente abbiamo visitato un’altra casa straordinaria, caratterizzata da bella architettura in pietra, viti pendenti e una veranda piena di conserve fatte in casa. Ma il vero gioiello? I favi di miele raccolti in loco, ricchi di gusto e storia.
Abbiamo poi proseguito a piedi fino alla Teqeja e Melanit, percorrendo antichi sentieri che oggi vengono rivitalizzati come parte di una rete escursionistica da GIZ Albania. Situata in cima a una collina con viste spettacolari, la teqe del XIX secolo (un convento sufi bektashi) ci ha accolti con una quieta grandiosità. Il derviscio residente ci ha salutati con calore, rispondendo alle nostre domande sul significato spirituale e sulla storia del luogo. Alcuni di noi si sono immersi in una conversazione riflessiva, mentre altri hanno abbracciato un momento di pace durante una sessione di meditazione guidata da Erdit Asllanaj, nel giardino della teqe sotto il cielo aperto.





Una serata di cultura, connessione e festa
Quando il sole del pomeriggio iniziava a calare, ci siamo incamminati ancora una volta verso Fushë-Nepravishta, lungo sentieri selvaggi punteggiati da resti di antiche strade romane e misteriose rovine in pietra che sussurravano storie di secoli passati.
Siamo arrivati a “Life on the Farm”, un bellissimo spazio all’aperto dove la stanchezza è svanita grazie alla calorosa ospitalità che ci ha accolti. Una tavola generosa ci attendeva: carni grigliate, insalate fresche, torte salate e bevande locali, tutto preparato con amore e cura. Ma non era solo una cena – era una vera celebrazione.
Con il calare del crepuscolo, il palco ha preso vita con la voce intensa di Agona Shporta, che si è esibita tra balle di fieno e luci tremolanti. Successivamente si sono uniti a lei il gruppo giovanile polifonico di Nepravishta e gli artisti dell’ensemble folklorico di Libohova, creando una performance profondamente emozionante di musica tradizionale albanese che ci ha lasciati tutti commossi.
Per concludere la serata, ci siamo riuniti nel campo aperto del villaggio per una proiezione di “Cinema sotto le Stelle”, sostenuta da hbs Tirana. Distesi su coperte e panche, sotto il cielo stellato, abbiamo condiviso sorrisi, storie e un senso di meraviglia silenziosa.





Un nuovo giorno a Labova e Kryqit
Ci siamo svegliati con il ritmo calmo della vita del villaggio e il profumo del pane fresco. Dopo una notte di riposo nelle guesthouse di Labova e Kryqit, Sophie’s Guesthouse e Bujtina Maria, abbiamo iniziato la giornata con una colazione tradizionale preparata dai nostri ospiti. La freschezza dei latticini locali, le marmellate fatte in casa e i dolci caldi ci hanno ricordato ancora una volta la ricchezza che si trova nella semplicità.
Prima di immergerci nelle attività del giorno, abbiamo visitato la chiesa storica di Labova, che secondo la leggenda custodiva un frammento della Vera Croce. L’atmosfera era sacra e pacifica, offrendo un momento di riflessione prima di dirigerci verso il centro del villaggio.
Lì abbiamo partecipato a una Tavola Rotonda Aperta con abitanti, operatori turistici e rappresentanti dei media. È stato uno scambio significativo di idee sulla conservazione del patrimonio, sulla promozione del turismo rurale e sulla garanzia che lo sviluppo rimanga sostenibile e guidato dalla comunità. La sincerità degli abitanti e le loro speranze per il futuro hanno dato al nostro viaggio un senso più profondo.



Pietre antiche e dolci creature
Le nostre ultime avventure ci hanno portato poco oltre Nepravishta, iniziando con la visita alla città antica di Adrianopoli. Costruita dall’imperatore Adriano nel II secolo d.C., questo sito archeologico conserva ancora l’eco della sua grandezza, con i resti di un teatro e sentieri in pietra che raccontano la vita di un impero dimenticato.
Poi ci siamo diretti verso qualcosa di altrettanto sorprendente ma molto più terrena: la Fattoria degli Asini Reiz, un affascinante esempio di agriturismo sostenibile. Qui abbiamo camminato accanto agli asini nei prati aperti, imparato le tecniche tradizionali di mungitura e assaggiato latte fresco di asina e formaggio di capra. Il calore della famiglia ospitante è stato incomparabile; abbiamo concluso la visita riuniti attorno a un tavolo rustico, condividendo storie davanti a un kulac appena sfornato.
È stato quel tipo di momento che cattura l’anima di Nepravishta: umano, semplice e profondamente legato alla terra.


Perché Nepravishta merita il tuo weekend
Nepravishta non è solo un villaggio – è un esempio vivente di ciò che accade quando tradizione, natura e ospitalità si uniscono con uno scopo comune. Dalle risate dei bambini in abiti tradizionali ai canti sotto le stelle, ogni momento è stato unico. Eppure, questa esperienza non è riservata solo a pochi fortunati.
Con la sua inclusione nel programma “100 Villaggi” e l’attenzione crescente allo sviluppo rurale sostenibile, Nepravishta è pronta ad accogliere viaggiatori curiosi che cercano autenticità più che lusso, connessione più che comodità.
Quindi, se sei qualcuno che desidera esplorare gemme nascoste in Albania, assaggiare cibo preparato con il cuore, percorrere sentieri tracciati da secoli e incontrare persone che ti tratteranno come famiglia – Nepravishta ti sta chiamando.
Prepara una piccola borsa, porta con te un cuore aperto e fidati: tornerai con l’anima colma.
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